Mettete in tasca una castagna: l’antico rimedio naturale che non delude mai!

Questo vecchio rimedio che si tramanda da generazioni può tenere a bada il raffreddore. Ma è davvero efficace?

Autunno è sinonimo di stagione delle castagne. In questo periodo, questi deliziosi frutti profumano le strade. Di conseguenza, molte persone acquistano le caldarroste durante le passeggiate. Si possono anche mangiare comodamente sul divano di casa, con il camino acceso.

Con il cambio di stagione e l’arrivo del freddo, è venuta alla luce un’antichissima tradizione culturale che viene direttamente dagli antenati.

Infatti, quando la scienza era ancora solo una singolarità, contadini, boscaioli, allevatori e cacciatori mettevano una castagna nella tasca dei pantaloni o del cappotto per salvare il freddo.

Mito o realtà? Dopo decenni, questa usanza resiste ancora nella cultura contadina sopravvivendo nonostante i cambiamenti tecnologici.

Cercheremo di chiarire e capire su cosa si basa questa antica credenza popolare e se per caso esistono prove scientifiche che ne giustifichino l’uso.

Castagne contro il raffreddore: verità o leggenda?

Cominciamo con alcune precisazioni. Per castagna non si intende la castagna commestibile e arrostita che si mangia in autunno. Stiamo parlando della castagna indiana o marron d’Inde, conosciuta come châtaigne folle nei dialetti locali. Ha una forma arrotondata e superlativa.

Per capirci meglio, è il frutto non commestibile del castagno comune. Se lo si mangia, è pericoloso e provoca avvelenamenti molto gravi per l’uomo.

Infatti, queste castagne contengono escina e saponine che sono sostanze ad azione antinfiammatoria e vasoprotettrice ottime per il drenaggio linfatico e per combattere il raffreddore.

Tuttavia, l’ippocastano è sempre stato somministrato a cavalli raffreddati, in grado di assorbire la tossicità del frutto senza provocare danni al loro organismo>.

Di conseguenza, l’usanza popolare vuole che sia una buona idea mettere in tasca una castagna indiana. Infatti, potrebbe allontanare i malanni di stagione, come il raffreddore e l’asma.

Anche se la scienza si sta allontanando da questa pratica, questa antica usanza continua ad essere perpetuata per rispettare la tradizione degli antenati.